La paura della morte

Andrea Trofino
1 min readJan 25, 2019

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Quando la realtà infine ci colpisce, quando cioè forse riceviamo la nostra pallottola ad un fianco nella forma di una crisi inaspettata nella nostra carriera, o di una rottura in una relazione, o della morte di qualcuno che ci è stato vicino, o persino di come viene trattata una nostra malattia non siamo di certo abituati e preparati ad affondare il colpo. L’evitamento del pensiero della morte ha stabilito il nostro percorso nel governare le realtà spiacevoli e le avversità. Diveniamo facilmente isterici e perdiamo il nostro equilibrio, accusando gli altri della nostra cattiva sorte, con una sensazione di rabbia e dispiacere per noi stessi, oppure optiamo per la distrazione e altri veloci metodi per ottundere il dolore. Questa diviene un’abitudine che non possiamo smantellare e tendiamo a sentire quell’ansia generalizzata e quel vuoto che viene tutto dal nostro evitamento della paura più grande.

Quando proviamo ogni forma di ansia e di disagio ciò di cui veramente abbiamo paura è solo della morte.

“Sapere che ogni cosa arriva a una fine è un dono dell’esperienza, un dono di consolazione per il fatto di sapere che noi stessi siamo destinati a una fine. Prima di coglierlo viviamo in un continuo presente, e immaginiamo il futuro come più di quel presente. La felicità è felicità infinita, ignara del suo stesso sicuro passaggio. Il dolore è dolore infinito.”

Tobias Wolff

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